Dolci diciassette
Sapevamo che saremmo diventati migliori amici non appena ci fossimo incontrati alla Pitman's Shorthand and Typing School di Karachi. Fatima era il mio alter ego, sognante, poetico, filosofico.
Eravamo ingenui, innocenti e diciassette.
Vestiti con lo "shalwar kameez" pachistano - una tunica ampia, pantaloni attillati e una lunga sciarpa trasparente chiamata "dupatta" - nascondendo i nostri seni in erba, ci siamo seduti in fondo alla classe, ridacchiando quando un certo giovane non era in grado di pronunciare l'inglese parole correttamente.
La stenografia si basa molto sul suono e le parole sono scritte foneticamente.
Il poveretto con un forte accento pachistano non sapeva pronunciare la parola Hockey.
Poteva solo dire "Hah-key". Dopo alcuni tentativi, l'istruttore si arrese.
Fatima ed io ci siamo guardati e abbiamo sorriso complice.
"Hah-hah- hah-key", in seguito avremmo imitato il suo accento.
Spesso Fatima mi chiamava a casa per leggere le poesie romantiche che aveva
scritto sulle persone. Di tanto in tanto mi leggeva le sue bellissime poesie d'amore.
Non aveva mai conosciuto l'amore, ma ne scrisse con sicurezza e
certezza che sarebbe successo per noi.
Fatima viveva in una bella casa in una bella parte della città con la sua famiglia adottiva.
I suoi genitori non avevano i mezzi per allevare tutti i loro figli, quindi
è stata data in eredità a una sorella senza figli e a suo marito.
Anche se sembrava abbastanza felice e non ha mai discusso della sua biologia
genitori che vivevano nelle vicinanze, ho sentito il dolore sotto la superficie.
A volte è emerso nelle sue poesie. Un tema di un bambino solitario, una ricerca
qualcosa o qualcuno. Il suo sorriso calmo e il senso di compostezza la smentivano
sentimenti interiori.
Quando sono partito per il Canada, abbiamo perso i contatti e le nostre vite sono cambiate. Nel mio primo viaggio
tornata a Karachi, ho chiamato a casa sua per vedere se potevamo incontrarci.
La notizia è stata devastante. Fatima soffriva di leucemia
per un paio d'anni ed era morto tranquillamente pochi mesi prima.
Non ha mai avuto un ragazzo ed è andata via a 22 anni.
Quando penso a lei, vedo i suoi versi, annotati con cura in un quaderno a righe.
Sempre poeta, abbiamo aperto i nostri cuori l'un l'altro attraverso le sue poesie.
Avrò sempre un ricordo della nostra vicinanza a 17 anni, quando il nostro mondo era ciascuno
altro e nessun altro importava. La sua memoria è per sempre legata alla mia
emozioni da giovane sull'orlo della vita e dell'amore.
Quando penso all'hockey e ricordo la pronuncia di quel giovane
di "Hah-key", mi ricorda la parola indiana Khaki. che in Canada,
si pronuncia come il frutto, kaki.
Potevo vedere noi due ridacchiare dietro i nostri film dupatta.